giovedì 28 gennaio 2010

ENCIERRO


Encierro
acquerello su carta 20x17
2006


La Fiesta, un'altro libro di Ernest Hemingway, ambientato a Pamplona questa volta, la città famosa per la corsa dei tori, ma anche per essere la regina della Navarra, il capoluogo della settima provincia basca, essere sul cammino di Santiago, essere la sede della Compagnia di Gesù, essere stata fondata dai romani, essere stata crocevia di barbari e musulmani. Una cinta muraria ancora ben intatta e possente, belle piazze e vie, tutt'intorno le colline e le montagne brulle della Spagna centro Nord, quella che ormai non sente più l'influsso dell'oceano ma si avvia verso l'interno quasi desertico. Un santo, San Fermino, al quale è dedicata una delle feste più scatenate che io conosca, una settimana di danze, balli, e corse con tori, il tutto ininterrottamente per le strade della città. La festa ormai frequentata da migliaia di turisti da tutto il mondo, che in parte vogliono provare l'ebbrezza di finire all'ospedale incornati dal toro, era ancora ai tempi di Hemingway l'occasione per i contadini di tutta la provincia di riversarsi nel capoluogo e scatenarsi per poi tornare al duro lavoro e per i cittadini di compiacersi della propria città. L'acquerello, veloce, immediato sta a rappresentare la frenesia e la confusione che si genera tutt'oggi intorno a quel rito antico che viene celebrato con orgoglio ogni anno e che rinsalda più che mai l'attaccamento di quelle persone alle proprie tradizioni. Un sito riguardo la festa: www.sanfermin.com .

sabato 16 gennaio 2010

Nella corte di Pilato


Nella corte di Pilato
olio su carta 35x20
2007

Una corte disabitata con un palco a tre scalini sul quale è stato officiato il tremendo processo. Sullo sfondo il tempo non si è fermato, il cielo passa dall'azzurro al giallo al bianco al rosso, il progresso con i suoi surrogati oscura la terra e il cielo.

giovedì 14 gennaio 2010

ANIMA


Anima (Filitosa XIII)
olio su tela 30x30
2009


Camminando sotto il sole cocente d'agosto, immerso nella vegetazione mediterranea, il maquis, le montagne, costruzioni di rocce granitiche leggendarie piombate da chissà dove, rocce antropomorfe o semplicemente morfe, come quelle del narciso di Dalì . Siamo in Corsica, nel sud della Corsica, tra Sartene e Bonifacio, qui nel neolitico varie popolazioni si sono successe e hanno edificato le loro costruzioni eretto i loro idoli. Popolazioni che hanno scolpito e popolazioni come i torreani che hanno usato queste opere d'arte per costruire torri. Sono visibili nei siti di Filitosa, Stantari, Cauria, Renaju, Fontanaccia, Apazzu, ecc.. ecc... vedi. Sembra che questi volti, queste maschere venissero eretti per rappresentare il nemico, o meglio, la paura del nemico, per abituarcisi e per imparare a contrastarlo, oppure per altri motivi. Ad ogni modo, sebbene tutto sembri molto lontano da noi, questi segni, appena accennati sulla pietra, ci parlano di noi, dei nostri istinti, del nostro interno, delle nostre paure, dei nostri giochi, e non mentono.
In Panoramio un po' di foto.

domenica 10 gennaio 2010

CITAZIONE

Frase del giorno


"Le idee sono simili a pesci. Se vuoi prendere un pesce piccolo, puoi restare nell'acqua bassa. Se vuoi prendere il pesce grosso, devi scendere in acque profonde."


David Lynch

venerdì 1 gennaio 2010

PROSIT


Cascata
olio su cartone telato 10x15
2008


Tanti auguri, prosit dal blog attraverso questo bel calice di vino rosso adagiato su una tavolo verde da gioco, nel cui flusso sono contenuti oggetti già noti perchè usati in altre opere come: il cono giallo, il cubo rosso, la sferetta verde, che non è tanto sferetta perchè ha, poco a lato, una barca con le reti da pesca gettate in balia dei riflussi, e non è tanto sferona perchè c'è una formichina in alto a destra sul bordo del bicchiere. Auguri.